Magliette rosse per lo show (down) della sinistra…….l’opinione di Rita Faletti

postato il  14 luglio 2018 alle 9,17

visualizzazioni: 1948

commenti. 6

 

© Riproduzione riservata

Quei disumani degli italiani vanno sensibilizzati alla tragedia dei morti in mare. Le politiche anti-immigrazione del governo vanno bloccate. Quel grossier del ministro dell’Interno va isolato. Don Ciotti ha promosso una nuova battaglia e il suo simbolo è una maglietta rossa. E quale colore si addice di più a nobili fini? E perché non cogliere al balzo un’occasione di visibilità in un momento in cui le idee stanno a zero e l’ispirazione langue? Big o ex big della politica, del sindacato, del giornalismo, della cultura si accodano e si compattano per sconfiggere il male. Ricompare Letta, il francesizzato ex presidente del Consiglio che di tanto in tanto pontifica da Parigi. Si fa rivedere la Boldrini, per fortuna lontana dai riflettori da quando non riveste più il ruolo di presidente della Camera ai tempi in cui ci regalava le sue intelligenti teorie. In maglietta rossa perfino la dimessa Rosy Bindi, ex-presidente della commissione antimafia, scartoffie su scartoffie ammuffite su scaffali polverosi, tanti soldi e pochi risultati. Rossa, ma senza falce e martello, la maglia della Camusso, l’irriducibile nemica delle imprese. Non può mancare il pupillo delle sinistre, lo scrittore Saviano, autore di libri che alla camorra hanno fatto il solletico e che ora invita a mettere i nostri corpi sulle navi dei migranti. E’ del gruppo il giornalista nonché viticultore Gad Lerner, entusiasta sostenitore delle primavere arabe che sappiamo che fine hanno fatto. Dove sono le magliette rosse del Pd? In primo piano quella del nuovo segretario, lo scialbo Maurizio Martina, insieme a Orfini e Zingaretti, la brutta copia del fratello attore, colui che vorrebbe rifondare il partito facendo strame della civiltà occidentale e della globalizzazione; così lo affosserà definitivamente. Lontano dalla pazza folla di buffoni in rosso c’è Renzi, che anche in questa occasione ha dimostrato di essere dieci spanne più su dei suoi “compagni” di partito, indossando camicia bianca e giacca scura all’assemblea nazionale del Pd. Ha ragione a non volersi confondere. Potevano mancare Legambiente, Arci, Anpi? Macché. Tutti schierati dalla stessa parte, quale? Quella in nome dei principi di umanità. L’associazione dei partigiani lo vada a raccontare ai famigliari di quelli che sono stati ammazzati dopo il ’45 senza essere mai stati fascisti. Tutto scontato, purtroppo, come scontata la messinscena di alcuni insegnanti che durante gli esami di maturità non si sono lasciati scappare la possibilità di strumentalizzare la scuola pubblica a fini politici. Vecchia abitudine di certi docenti che invece di fornire gli strumenti necessari per la formazione di un pensiero critico autonomo, non hanno fatto altro che offrirei loro servigi a una parte politica sacrificando il principio di oggettività e plagiando intere generazioni di giovani menti influenzabili. Sono gli stessi docenti ai quali dobbiamo uno dei tristi primati del nostro paese: l’analfabetismo funzionale, che ci vede ai primi posti in Europa

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.